Emma pubblica il suo quarto lavoro discografico a poco più di un anno dalla vittoria ad Amici, il terzo se non si considera la versione repackaging –Sanremo 2011– del precedente «A me piace così». Producono Dado Parisini e Celso Valli, due nomi importanti della produzione discografica italiana, aventi all’attivo collaborazioni con artisti del calibro di Francesco Renga, Elisa e Laura Pausini (tanto per citarne alcuni…). «Sarò libera », questo il titolo, («Universal Music») contiene 13 brani, i cui testi portano le firme di Saverio Grandi, Niccolò Agliardi, Roberto Casalino e dei soliti Federica Camba e Daniele Coro, quasi tutti accomunati da un insoddisfacente sentimentalismo amoroso ed incollati su basi melodiche leggere e poco scintillanti in cui la giovante salentina sembra non riconoscersi. Pochi i casi eccezionali: Emma si scatena e scatena il suo essere convincentemente rock in «Cercavo amore», soddisfa e si ritrova nella prima traccia, «Tra passione e lacrime», ed appaga in «Da quando mi hai lasciato tu», ballata arricchita ulteriormente dagli splendidi arrangiamenti, curati rigorosamente da Celso Valli. In tutto questo c’è spazio anche per un pezzo che nel testo affronta un tema difficile come quello dell’anoressia («Acqua e ghiaccio»), di uno che, invece, afferma a gran voce l’emancipazione del sesso femminile («Protagonista») e di un altro dal tratto tipicamente autobiografico («Non sono solo te»), in cui la cantante racconta del suo successo. «Sarò libera», uno dei dischi più attesi dell’autunno, suona come il manifesto del distacco da un qualcosa di particolarmente indefinito: ne deriva, contrariamente, un album vuoto e privo di sperimentazione, forte dal punto di vista commerciale, debole per quanto riguarda i contenuti, qualitativamente inferiori rispetto a quelli proposti nei precedenti lavori. (m.d.m.)