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C’era una volta Sanremo…


Al via ieri sera la sessantaduesima edizione del Festival della Musica Italiana di Sanremo. I 14 Big in gara hanno presentato, per la prima volta, le canzoni che permetteranno loro di spopolarare radio e classifiche nei prossimi mesi. Molto presente e molta attualità traspare dai testi: c’è chi paragona l’Italia ad un pallone, chi denuncia l’impossibilità di arrivare a fine mese, chi elogia l’amore come una via di scampo dalla realtà, chi racconta l’amore di un adolescente per una prostituta. C’è poi chi canta l’amore scindendolo da ogni legame con la quotidianità. Quelle che però dovrebbero risultare essere le protagoniste del grande evento, si dimostrano solo ingombranti comparse. E non è un caso se la gara inizia ufficialmente solo più di un’ora dopo rispetto a quanto previsto. Non è un caso se lo spazio occupato dalla comicità di Luca e Paolo e Rocco Papaleo o dal cinico polemizzare di Adriano Celentano occupa il doppio della durata ufficiale della gara. Non è un caso se c’è spazio anche per uno sconfortante duetto in play-back tra Elisabetta Canalis e Belen Rodriguez. Ciliegina sulla torta è l’annuncio finale di Morandi: ‘’Si è verificato un problema tecnico riguardo alle votazioni della giuria demoscopica presente in sala. Sarebbe ingiusto sfavorire qualcuno visto l’impegno e le fatica di tutti gli artisti. In deroga al regolamento del Festival, Rai Uno e la direzione artistica (preso atto del guasto al meccanismo di votazione) hanno deciso di sospendere la gara di stasera permettendo a tutti i 14 artisti di riesibirsi domani sera’’. E fu disastro. Dopo il salto, voti e commenti alle 14 canzoni del Festival della Musica Italiana 2012 (m.d.m.).

Dolcenera-‘’Ci vediamo a casa’’: rompe il ghiaccio presentando un pezzo di indubbia radiofonicità che si inserisce al meglio nel suo ultimo album ‘’Evoluzione della specie’’. La musica, tuttavia, non rispecchia completamente il testo ed Emanuela Trane interpreta la sua peggior prova all’Ariston deludendo le aspettative. Voto: 6½.

Samuele Bersani-‘’Un pallone’’: Bersani propone la canzone con fare saccente e sentenzioso. Molta orecchiabilità e troppa leggerezza nella musica affiancano in modo giusto la pessima metafora dell’Italia vista come un ‘’pallone sgonfio, svuotato e derubato’’. Un ibrido tra le canzoni in gara allo Zecchino D’Oro ed i jingle delle più infelici sit-com made in Italy. Un peccato. Voto: 5½.

Noemi-‘’Sono solo parole’’: partendo da una intimistica introduzione piano e voce, gli strumenti si inseriscono nel pezzo ad uno ad uno giungendo crescentemente sino all’esplosione finale. Fabrizio Moro scrive una poesia che l’interprete romana esibisce sul palco dell’Ariston con incredibile grinta e capacità, ricordando sempre di più la grande Mia Martini. Voto 8½.

Francesco Renga-‘’La tua bellezza’’: pezzo di grande impatto e di imponente radiofonicità, caratterizzato dall’ interessante intreccio tra rock e melodico. Renga soddisfa a pieni voti le aspettative con una grande canzone che potrebbe condurlo alla sua seconda vittoria a Sanremo. Grande favorito. Voto: 8.

Chiara Civello-‘’Al posto del mondo’’: le critiche piombate su di lei a seguito dell’annuncio tra i big di quest’anno le sono costate un leggero riarrangiamento del brano. La sostanza resta comunque la stessa, e l’interpretazione della Civello appare sciapa, poco convincente. Paga forse l’emozione della prima volta. Voto: 5½.

Irene Fornaciari-‘’Il mio grande mistero’’: c’è molto spirito ‘’Sugar Fornaciari’’ nella canzone firmata da Davide Van De Sfroos. Irene Fornaciari propone un inno alla dinamicità, alla grinta, alla grande energia e determinazione, dimostrando convincente maturità rispetto all’ultima partecipazione datata 2010. Voto: 7½.

Emma Marrone-‘’Non è l’inferno’’: altra grande favorita alla vigilia. Pezzo scritto da Francesco ‘’Kekko’’ Silvestre e dai Modà, lettera aperta all’Italia e alla sua attuale situazione critica. Emma confluisce tutte le sue energie nel ritornello, cantando troppo col cuore e senza intelligenza. Sbagliando. Voto: 7.

Marlene Kuntz-‘’Canzone per un figlio’’: troppo pathos e poca commercialità nella canzone presentata dalla band di Cristiano Godano. Se è la definitiva consacrazione al grande pubblico e lo svincolo dall’elitarietà quella che i Marlene Kuntz cercavano di ottenere attraverso Sanremo, non sono riusciti ad ottenerla. Dov’è il rock? Voto: 4½.

Eugenio Finardi-‘’E tu lo chiami Dio’’: un cantautore che si presenta al Festival di Sanremo con una canzone scritta per lui da qualcun altro, alias Roberta Di Lorenzo. Finardi interpreta in modo scorrevole il testo intenso e diretto. Meritevole, apprezzabile, ammirevole. Voto 7½.

Gigi D’Alessio & Loredana Bertè-‘’Respirare’’: il rock anni ’80 incontra il neomelodico napoletano in un esperimento che non convince e che sfocia nel ridicolo… Voto: 5.

Nina Zilli-‘’Per sempre’’: il debutto di Maria Chiara Fraschetta tra i big è un pezzo scritto a quattro mani con Roberto Casalino. Rievocando gli anni d’oro di Mina, Nina Zilli propone una canzone che affascina e stupisce, una canzone che fa innamorare. Voto: 8.

Pierdavide Carone & Lucio Dalla-‘’Nanì’’: già vincitore della sessantesima edizione come autore regista di ‘’Per tutte le volte che…’’, Pierdavide prova stavolta a portarsi a casa la vittoria come interprete protagonista. E lo fa scrivendo un brano insieme ad un mostro sacro della musica nostrana come Lucio Dalla, il quale si diverte a dirigere l’orchestra e a donare godibilità come corista. Carone si cimenta in uno splendido valzer in modo altamente credibile, ricordando l’estro dell’indimenticato Rino Gaetano. Voto: 8½.

Arisa-‘’La notte’’: abbandonate le sigle di cartoni animati come ‘’Sincerità’’ e ‘’Malamoreno’’, Rosalba Pippa si rinnova nel look e nella personalità esibendo la sua miglior prova in tre partecipazioni a Sanremo. Dirige l’orchestra Mauro Pagani per una canzone degna di essere chiamata tale. Intimistica, interpersonale. E che grande eleganza! Voto: 7.

Matia Bazar-‘’Sei tu’’: il ritorno di Silvia Mezzanotte come solista coincide con il ritorno dello storico gruppo sul palco dell’Ariston. I Matia Bazar propongono molta passione e fascino per un brano che potrebbe sorprendere. O quasi. Voto: 6.

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